DAGLI OPERATORI CARITAS UNA PREZIOSA TESTIMONIANZA

 

        

“Perché tu sei prezioso ai miei occhi” (Isaia 43,4)

 

 

Come tutto l’anno che sta per concludersi, anche questo tempo di attesa del Natale ha avuto un sapore particolare, diverso da quelli precedenti.

L’emergenza sanitaria che ha caratterizzato questi lunghi mesi, ha moltiplicato la nostra attività a sostegno delle persone e delle famiglie indigenti o comunque in precarie condizioni economiche, ma al contempo ci ha costretti ad interrompere quella che riteniamo essere la vocazione primaria della nostra Caritas parrocchiale: la prossimità alle persone ammalate, alle persone sole, alle persone anziane.

E’ stato proprio riflettendo sulle iniziative da realizzare durante il periodo di Avvento, che abbiamo sentito forte il desiderio di far sentire la nostra vicinanza e l’affetto di tutta la comunità ai tanti amici che, per ragioni di salute e per la necessaria prudenza dettata dalla pandemia, sono stati obbligati ad una “reclusione” forzata tra le pareti di casa.

Con un piccolo gesto, una stella di Natale e dei cioccolatini, corredati da un biglietto di auguri, abbiamo inteso portare loro quel sorriso, quella carezza e quell’abbraccio che, fisicamente, non ci sono consentiti in questo momento.

Con la consapevolezza di non poter, purtroppo, raggiungere tutti, abbiamo così intrapreso un piccolo percorso che ci ha regalato momenti di autentica bellezza, in cui abbiamo vissuto incontri che ci hanno riempito il cuore di profonda commozione.

Quanta gioia negli occhi dei nostri “storici” operatori Caritas, coloro che tanto si sono prodigati in favore delle persone bisognose e che adesso, per sopraggiunti problemi di salute, hanno dovuto rinunciare al loro servizio, continuando comunque a sostenerci con i loro preziosi consigli e suggerimenti.

Quanta tenerezza, poi, nel tornare da tante persone, segnate dalla disabilità o dalla solitudine che affianchiamo da anni… Abbiamo letto una grande emozione negli occhi di Maria, di Giuseppina, di Piero, di Claudio… uno stupore che si è trasformato in lacrime di gioia, in Silvia e Mina.

E poi la sorpresa, quasi l’incredulità che la nostra presenza ha suscitato in Lina, Luisella, Salvatore, Graziella, i nostri amici “anziani”. I loro sguardi inizialmente meravigliati, come dinanzi a qualcosa di assolutamente inatteso, si sono poi illuminati in un senso di intensa riconoscenza per l’attenzione a loro dedicata.

Al termine di questo Avvento, proprio il 24 dicembre abbiamo consegnato l’ultimo biglietto di auguri, ci sentiamo tanto arricchiti da questa luminosa esperienza; e, con profonda gratitudine, scopriamo che anche un periodo di pandemia, difficile e doloroso, inedito per ciascuno di noi, in cui tutti abbiamo rischiato di farci sopraffare dallo smarrimento e dalla preoccupazione, si è invece rivelato un tempo fecondo, un tempo di grazia, un tempo, più che mai, di Fraternità. Abbiamo cominciato a comprendere che ciò che  realizza autenticamente ogni persona umana è il dono di sé, come dice bene Violaine nell’ Annuncio a Maria di C. Peguy: “Che vale il mondo rispetto alla vita? E che vale la vita se non per essere data?

La luce della Natività ci sostenga e rischiari il cammino della nostra Caritas e di tutta la comunità!