DISCORSO di saluto e ringraziamento del Vicario Generale Mons. Domenico Ciavarella

 

Cattedrale di Bari, lunedì 25 gennaio 2021

Carissimi, con il cuore colmo di gioia presto la mia voce all’intera Chiesa di Bari-Bitonto, che, nella celebrazione eucaristica, ha elevato al Signore la sua lode e la sua profonda gratitudine. Un grazie corale al Santo Padre Papa Francesco per la sua sollecitudine verso tutti noi, inviando una nuova guida a questa Chiesa Locale. A lei, arcivescovo Giuseppe, che per sei anni ha servito e amato la Chiesa di Rossano-Cariati, il Signore affida ora questa porzione eletta del popolo di Dio. Le siamo molto grati per aver risposto sì alla chiamata di Cristo, buon pastore e con affetto di figli l’abbracciamo (e non solo coloro che hanno partecipare alla celebrazione in presenza, ma anche le comunità che hanno potuto seguirla attraverso i mezzi di comunicazione sociali).

Un grato saluto al Vicario Generale, sacerdoti e fedeli laici della arcidiocesi Rossano-Cariati, testimoni dell’“infaticabile ministero episcopale dell’arcivescovo Giuseppe, vissuto con discrezione e umiltà” (comunicato stampa dell’arcidiocesi Rossano-Cariati) e al Vicario Generale e sacerdoti della Diocesi di Brindisi-Ostuni, chiesa che lo ha accompagnato nel suo cammino di fede fino all’ordinazione episcopale, il 3 ottobre del 2014. Ci onorano della loro presenza i familiari del nostro nuovo pastore: grazie.

Questa santa assemblea, carissimi, ha avuto inizio con un segno semplice ed eloquente, il rito della consegna del pastorale, mediante il quale viene espressa la successione apostolica del ministero episcopale. “Non è una semplice concatenazione materiale, afferma Benedetto XVI; è piuttosto lo strumento storico di cui si serve lo Spirito per rendere presente il Signore Gesù, Capo del suo popolo, attraverso quanti sono ordinati per il ministero attraverso l’imposizione delle mani e la preghiera dei vescovi.  Mediante la successione apostolica è allora Cristo che ci raggiunge: nella parola degli Apostoli e dei loro successori è Lui a parlarci; mediante le loro mani è Lui che agisce nei sacramenti; nel loro sguardo è il suo sguardo che ci avvolge e ci fa sentire amati, accolti nel cuore di Dio. E anche oggi, come all’inizio, Cristo stesso è il vero pastore e guardiano delle nostre anime, che noi seguiamo con grande fiducia, gratitudine e gioia» (Udienza generale del mercoledì 10 maggio 2006).

Forte di questa fede in Cristo, carissimo arcivescovo Giuseppe, successore degli apostoli, la Chiesa che è in Bari-Bitonto l’accoglie con amore e speranza. Il suo ministero pastorale in questa Arcidiocesi inizia nella festa liturgica della conversione dell’apostolo Paolo, festa che non solo ci collega alle origini apostoliche ma ci apre, mediante lo Spirito Santo, alla certezza che Dio continua a scrivere pagine nuove e belle nella storia di questa Chiesa Locale.

L’altro segno è la chiesa Cattedrale: varcandone la soglia, lei è entrato nel cuore della chiesa locale: vicariati, parrocchie, comunità religiose, aggregazioni laicali, istituti secolari e di vita consacrata. L’Arcidiocesi di Bari-Bitonto ha una lunga e gloriosa storia di fede e di impegno per il Vangelo, dimostra una spiccata dinamicità di vita e guarda al futuro con grandi attese e con piena speranza. Certo: sono tante le sfide che ci attendono, ma, nonostante l’affaticamento che segna il nostro tempo, a causa dell’emergenza sanitaria, questa comunità diocesana, sostenuta dalla Parola e dal Pane della vita, è pronta ad aprirsi con fiducia all’inedito di Dio, per intercettarne i sogni, ascoltare i bisogni degli uomini e “camminare accanto a chi fatica per vivere ed è smarrito”( come ha scritto nella sua lettera al popolo di Dio dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto nel giorno dell’annuncio, 29 ottobre 2020).

Maria Santissima, che veneriamo Odegitria, colei che indica la via, le suggerisca, padre, tracce e percorsi per una pastorale aperta all’ascolto della Parola di Dio e dei fratelli e capace, con audacia attrattiva, di indicare Cristo e condurre a Lui.

San Nicola, pastore della fede autentica, della carità operosa e del dialogo fra le Chiese, ponte di comunione tra i popoli, santo taumaturgo a cui sono fortemente legati questa città, la nostra terra e il mare nostrum, le doni mente e cuore sempre aperti ai fratelli e alle sorelle in Cristo, in cammino verso l’unità.

San Sabino, pastore dalla grande passione della comunione e costruttore di comunità, invochi dal Padre per lei il carisma dei profeti e lo stesso ardore di carità.

Carissimi, mi sia consentito ora, a nome di tutta la comunità diocesana, esprimere una profonda e doverosa riconoscenza all’Arcivescovo Francesco, per ventuno anni alla guida di questa Arcidiocesi. Non è semplice riassumere la ricchezza e la fecondità del suo ministero pastorale di tutti questi anni: guida sapiente, prudente, lungimirante e specialmente paterna: una paternità con la quale ha accompagnato e guidato con autorevolezza e amorevolezza comunità e singoli preti e laici nel cammino di crescita umana e spirituale.

Momenti rilevanti del suo ministero in questi anni sono stati: la conclusione del Sinodo Diocesano, (1996-2000) “avvenimento destinato a segnare un solco profondo nella coscienza e nella vita della nostra Chiesa locale”; la Visita Pastorale (2007-2014), “pensata come tempo di ascolto del Signore e dei segni dei tempi, di considerazioni sulla vita della comunità, e con lo sguardo rivolto al futuro”; ma l’evento che ha segnato il suo ministero e la vita ecclesiale non solo della nostra diocesi ma di tutta l’Italia è stato senza dubbio il XXIV Congresso Eucaristico Nazionale, vissuto a Bari nel 2005 e concluso con la celebrazione eucaristica presieduta dal papa Benedetto XVI. Sin dagli anni della preparazione e poi negli anni successivi, l’amore per l’Eucaristia, l’attenzione alla Domenica, senza la quale non possiamo vivere e la scelta mistagogica, hanno costantemente illuminato il suo insegnamento e hanno segnato il nostro cammino, suscitando una crescita spirituale, culturale, pastorale, ecumenica, culminata negli ultimi eventi internazionali che hanno visto coinvolta la città di Bari e la nostra diocesi con le due visite di papa Francesco insieme ai patriarchi ortodossi e cattolici del Medio Oriente e ai vescovi del Mediterraneo. Allo Spirito chiediamo di far fruttificare questi semi di grazia che lei ha saputo coltivare prendendosi cura di noi.

Con affetto, le esprimiamo, carissimo Arcivescovo Francesco, la nostra gratitudine anche per aver scelto di restare a “casa sua”, cioè in questa Chiesa locale, abitando presso una parrocchia della diocesi. Ci sarà certamente vicino, legato da vincoli spirituali, sacramentali e affettivi. Il vertice di questa vicinanza sarà senz’altro la preghiera di intercessione, perché la Chiesa di Bari-Bitonto, sostenuta dalla forza dello Spirito, “sappia annunciare con rinnovato ardore Cristo Signore, unica speranza per tutti” (preghiera alla Vergine Maria Odegitria). All’intercessione della Beata Elia di San Clemente e del venerabile don Carmine de Palma affidiamo la sua vita.

La comunità diocesana ha preparato dei doni che ora desidera offrire.

All’arcivescovo Giuseppe Satriano, come segno di accoglienza, le icone dell’Odegitria e di san Nicola, nostri particolari patroni: 2 dipinti su tavola di tiglio della Slovenia dell’artista gesuita P. Franco Annicchiarico: vi ha messo, come ha affermato l’artista, tutto il suo cuore.  Abbiamo voluto donarle anche gli abiti liturgici che indossa già in questa celebrazione, perché il vescovo è il grande sacerdote del suo gregge: da lui deriva e dipende in certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo (cfr SC 41). Nella casula e nella mitria senta l’affetto del presbiterio e di tutto il suo popolo. Ci porti sulle sue spalle e nel suo cuore. Attraverso le icone dei patroni senta la loro intercessione e la nostra filiale preghiera.

All’arcivescovo Francesco Cacucci, come segno di gratitudine, offriamo un dono semplice ma significativo. È un dipinto su tavola e mosaico dell’artista e teologo gesuita, padre Marco Rupnik del Centro Aletti di Roma. Raffigura la visita dei tre Angeli ad Abramo e Sara alla Quercia di Mamre (Gn 18,1-8), la promessa di Dio ad Abramo e alla sua discendenza, e l’accoglienza con l’offerta generosa del pasto da parte loro ai pellegrini divini. La speranza è che si possa sentire sempre a casa in mezzo a noi come i tre Angeli nella tenda del padre Abramo.

Benvenuto arcivescovo Giuseppe.

Grazie arcivescovo Francesco.