TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE, LA REALTA’ DEI GIOVANI PORTATORI DI SAN ROCCO

Domenica 12 Settembre si sono conclusi i festeggiamenti in onore di San Rocco a Macchie. Dopo due anni di difficoltà a causa della pandemia, la comunità ha potuto ritrovarsi grazie ad una serie di manifestazioni promosse in particolar modo dai giovani.

Si è entrati nel vivo della festa con la testimonianza di Don Vito Piccinonna responsabile diocesano della Caritas. Con la semplicità che lo contraddistingue, ha parlato delle povertà al giorno d’oggi generate dallo squilibrio sociale che stiamo vivendo. Da questo incontro è emerso che per aiutare le persone più bisognose non ci devono essere individualismi ma una comunità che esprima il meglio di sé.

Giovedì 9 settembre ha avuto luogo il dibattito culturale sul tema “L’attualità delle feste religiose nella società moderna” frutto del lavoro di due giovani palesini: Vito Sforza(ideatore e organizzatore) e Manuel Fanuli(moderatore). L’incontro ha avuto come relatori esperti nel settore delle feste religiose: Rosa Lomoro presidente dell’associazione Va. Cul. Po; Nicola Macina presidente dell’associazione Centro Studi Trad. Palesine; Piero Robles referente cultura e spettacolo Comitato Festa San Michele Palese; Emanuele Cazzolla giornalista e scrittore. Hanno partecipato le associazioni e i comitati festa del territorio e non solo, infatti erano presenti due giovani adelfiesi componenti del Comitato Festa Patronale di Montrone e amministratori della pagina “feste patronali baresi”.
L’evento ha dato la possibilità di riflettere sul senso delle feste religiose e del loro futuro grazie al contributo dei relatori e gli interventi del pubblico.
Il bisogno che si sente è quello di rinnovarsi senza snaturare l’essenza delle feste: trovare l’equilibrio giusto tra tradizione e innovazione è l’unico modo per resistere alla prova del tempo.

Nonostante l’evidente calo della partecipazione dei giovani alla vita comunitaria e soprattutto alle feste patronali, la comunità palesina è ancora terreno fertile per la crescita e la valorizzazione dei ragazzi.
Lo dimostra la realtà dei giovani portatori formatasi a Macchie negli ultimi tre anni che ha intrapreso un cammino di fede grazie alla guida del parroco Don Angelo Lagonigro e del rettore della Chiesa Sacro Cuore Don Joseph Evega. Questo cammino non è solo una preparazione in vista dei solenni festeggiamenti di San Rocco ma è un vero e proprio percorso che dura tutto l’anno per garantire quella continuità indispensabile nella vita comunitaria. Malgrado le difficoltà dovute alla pandemia, i ragazzi hanno avuto il coraggio di incontrarsi, dimostrando la volontà di esserci, di vivere nella comunità.
Gli incontri sono stati organizzati in modalità diverse. Fondamentale l’incontro con la Parola, accompagnato dalla riflessione, sempre attuale, sulla vita di San Rocco. Non sono mancati momenti di convivialità come il cineforum o la pizzata di rito. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la disponibilità della comunità di Macchie, sempre accogliente e calorosa.
La festa avrebbe dovuto culminare con la processione per le vie di Palese, impossibile a causa delle restrizioni e per questo sostituita con l’uscita solenne del Santo all’interno dell’arena “Don Luigi Minerva”.

Essere portatori non può significare soltanto portare a spalla una statua. E’ la consapevolezza di essere depositari e testimoni di un messaggio, di una tradizione, di una cultura. I giovani sono chiamati ad essere protagonisti e innovatori di questa realtà utilizzando le proprie idee, conoscenze e talenti.
Il percorso non sarà semplice, le difficoltà ci saranno sempre ma sicuramente questi ragazzi sono sulla buona strada.

 

  I responsabili dei portatori di San Rocco
             Vito Sforza e Luca Ranieri

 

    

Incontro e riflessione sul significato delle icone bibliche di Adamo ed Eva

 

prove portatori

 

Dibattito culturale sul tema “L’attualità delle feste religiose nella società moderna”   

 

gruppo portatori 2021

 

  uscita solenne del Santo nell’arena “Don L. Minerva”

foto di Franco Paparella e Luigi D’Abramo