Sulla strada di Carlo e Francesco

Il nostro pellegrinaggio è stato un percorso di ricerca e conoscenza sul sentiero tracciato da un desiderio. Durante il percorso di preparazione alla prima Comunione, i catechisti hanno fatto conoscere ai bambini la figura del Beato Carlo Acutis, un giovane che ha vissuto la sua vita con lo sguardo rivolto al cielo, mettendo al centro della sua vita Gesù Eucaristia; così, incontro dopo incontro, è cresciuto il desiderio di condurre i bambini in pellegrinaggio ad Assisi. Perché Assisi? Assisi è la città di San Francesco, e dal 2007 ospita le spoglie del Beato Carlo.

E così da un desiderio comune è nata l’idea di vivere un pellegrinaggio che, inizialmente pensato per i bambini, è divenuto pellegrinaggio per famiglie e giovani-issimi.  In tal modo si è formato un gruppo di pellegrini insolito e sotto la guida del parroco don Angelo Lagonigro, la notte del 27 ottobre è partito alla volta della città di Assisi dove, contrariamente ad ogni previsione meteo, siamo stati sorpresi da una splendida giornata di sole.

Abbiamo vissuto un’esperienza all’insegna della ricerca della bellezza, nel senso più profondo del termine. Spiritualità, testimonianze e arte hanno scandito il tempo della nostra giornata.

A Santa Maria degli Angeli siamo stati accolti da Suor Maria Lisa, suora francescana alcantarina, biscegliese di nascita, che ci ha raccontato di San Francesco, della sua spiritualità e della Porziuncola. Con la sua testimonianza abbiamo accarezzato il vento della libertà vera che viene solo da Dio e che dona la vera gioia, quella che dà senso alla vita stessa. Insieme siamo transitati attraverso la Porziuncola luogo del perdono e lì abbiamo iniziato ad assaporare la meraviglia di cui eravamo parte. Brillavano di curiosità gli occhi dei bambini di fronte al luogo del transito del Poverello di Assisi; con grande sorpresa, si sono trovati dinanzi ad una pietra usata come cuscino, una corda come cintura ed una tavola dove il poverello è stato posto dopo la morte e lì il mistero della santità di Francesco ha parlato.

E uniti da un filo invisibile, col sorriso e la voglia di camminare insieme, abbiamo proseguito il nostro cammino di conoscenza di Francesco e presso il piazzale della basilica inferiore, anche detto colle del Paradiso da quando accoglie le spoglie del Serafico Frate, abbiamo incontrato Frate Emanuel, guida d’eccezione. Così con gli occhi rivolti alle pareti abbiamo conosciuto da vicino le opere di Giotto e di Cimabue; lo scintillio della foglia d’oro di San Francesco tra gli angeli, recentemente restaurato, i colori pastello di San Francesco che regge il Laterano, il presepe di Greccio, la predica agli uccelli e tanti altri hanno fatto da corona alla nostra visita. Frate Emanuel ci ha fatto conoscere la figura di San Francesco, facendoci riscoprire la sua centralità come uomo di Dio, uomo della pace, quella pace di cui anche oggi abbiamo tanto bisogno. Francesco, alter Christus, dopo 800 anni parla ancora al cuore di tutti dai più grandi ai più piccoli, ricordando a tutti che la strada bella è quella della vita vissuta seguendo il Vangelo, alla ricerca del bene comune con la certezza di non essere mai soli.

 Con un po’ di stanchezza ci siamo rimessi in marcia e dopo un divertente momento conviviale siamo partiti alla volta della Basilica di Santa Chiara e dopo una breve sosta abbiamo raggiunto il Santuario della Spoliazione che accoglie e custodisce i resti mortali del Beato Carlo. Non so bene cosa ci aspettassimo dalla visita a Carlo. Le emozioni che suscita Carlo sono le più disparate e contrastanti, difficile rimanere indifferenti davanti a lui. Carlo lascia tutti senza parole. Nella mente si sono affollati tanti pensieri, tante domande, un grande mistero. È il ragazzo della porta accanto, è uno di noi e in maniera disarmante parla a tutti quelli che lo incontrano. Indescrivibile lo sguardo di chi non si aspettava un’emozione tale, di chi non immaginava quanta fede ci fosse.  Tutto era raccolto negli occhi dei bambini che parlavano di Amore. L’incontro con Carlo è stato rigenerante consentendoci di affrontare con entusiasmo, nonostante la stanchezza fisica, l’ultima tappa del nostro cammino. Percorrendo la “strada” di San Francesco a ritroso, siamo giunti a San Damiano, nel luogo dove tutto è iniziato, per celebrare la Santa Messa ed abbiamo ringraziato per tutto il bene vissuto, per ogni attimo condiviso, per ogni sorriso ricevuto.

 Un pellegrinaggio nato con un desiderio si è concluso con un altro desiderio che ciò che è stato vissuto non finisca e porti frutto. Siamo famiglia in cammino!

I pellegrini sulla strada di Carlo e Francesco

 

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