San Rocco

Storia di San Rocco di Montpellier

San Rocco è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379, secondo la pia devozione nacque con una croce vermiglia impressa sul petto. Figlio di una coppia di esemplari virtù cristiane, ricchi e benestanti, dediti ad opere di carità, alla loro morte decise di vendere tutti i suoi beni e indossando l’abito del pellegrino fece voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. 

Nel luglio 1367 ad Acquapendente, una cittadina in provincia di Viterbo, ignorando i consigli della gente in fuga per la peste, chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio dei malati, e curandoli invocando la Trinità di Dio per la guarigione degli appestati. Dopo tre mesi si diresse verso l’Emilia Romagna, dove continuò la sua opera in aiuto dei malati da peste.

Fra il 1367 e il 1368 San Rocco si spostò a Roma dove guarì un cardinale dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di Croce. Fu proprio questo cardinale a presentare San Rocco al pontefice Urbano V. Tra il 1370 ed il 1371 lasciò Roma per trasferirsi a Piacenza dove continuò la sua opera di conforto e di assistenza ai malati, finché scoprì di essere stato colpito dalla peste. Di sua iniziativa o forse scacciato dalla gente si allontana dalla città e si rifugia in un bosco vicino Sarmato, in una capanna vicino al fiume Trebbia. Qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone seguendolo scopre il rifugio del Santo.

Durante gli anni di isolamento il suo nome diventò famoso per aver guarito con segno di croce molti malati.

Dopo la guarigione San Rocco riprende il viaggio per tornare in patria. Le antiche ipotesi che riguardano gli ultimi anni della vita del Santo non sono verificabili. La leggenda ritiene che San Rocco sia morto a Montpellier, dove era ritornato o ad Angera sul Lago Maggiore. Certamente però è verificato che si sia trovato, sulla via del ritorno a casa, implicato nelle complicate vicende politiche del tempo a tal punto da essere arresto come persona sospetta e condotto a Voghera davanti al governatore. Interrogato, per adempiere il voto non volle rivelare il suo nome dicendo solo di essere “un umile servitore di Gesù Cristo”. Gettato in prigione, vi trascorse cinque anni. Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote; si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi, che indussero i presenti ad avvisare il Governatore. Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379.

Patrono degli appestati

Prima di spirare, il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall’anziana madre del Governatore o dalla sua nutrice, che dal particolare della croce vermiglia sul petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier. San Rocco fu sepolto con tutti gli onori. Sulla sua tomba a Voghera cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri. Il Concilio di Costanza nel 1414 lo invocò santo per la liberazione dall’epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari. Ogni anno è festeggiato il 16 Agosto giorno della sua morte.

Tradizione del territorio

In passato a Macchie esisteva una piccola chiesa ottocentesca dedicata a San Rocco, patrono del rione. Negli anni Trenta del novecento, veniva consacrata una chiesa di maggiori dimensioni dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Detta chiesa fu costruita a ridosso della precedente chiesetta che si trovò così ad essere inglobata costituendo la sagrestia del nuovo edificio.
La processione di San Rocco si svolgeva inizialmente, i primi del ‘900, come limitata espressione rionale: percorreva infatti la sola via Macchie. Nel 1947 fu realizzata la statua attuale ad opera del maestro leccese Salvatore Bruno, autore della maggior parte dei Misteri di Palese che sfilano in processione il Venerdì Santo.
Con l’avvento del compianto parroco don Luigi Minerva (1931-2017) e la presidenza di Michele Milella al Comitato Festa di San Rocco, negli anni ’70 la processione cominciò ad attraversare anche le vie principali di Palese con una sosta nella centrale chiesa di San Michele Arcangelo. Dopo la Santa Messa ivi celebrata in onore di San Rocco, essa fa ritorno alla chiesa del Sacro Cuore. A seguire un piccolo spettacolo pirotecnico e il tradizionale concerto della banda locale.
Il lunedì si svolge, solitamente, una rappresentazione di gruppi teatrali e comici del territorio, il tutto nella settimana del 12 settembre.

Descrizione della statua

La statua che a Settembre viene portata in processione rappresenta San Rocco vestito da pellegrino, con indosso un mantello nero raffigurante una croce, con in mano un bastone a cui è attaccata una borraccia e vicino i piedi della statua un cane.

Fonti e foto: Testimonianze di Fedeli e Componenti del comitato di San Rocco